Progetti

Fame di Lavoro -

Fame di Lavoro - Storie di gastronomie operaie

Torino

26 maggio - 22 luglio 2016

Torino, Palazzo Lascaris

26 maggio - 22 luglio 2016

Progetto di allestimento 

Alla presentazione della mostra, promossa dal Consiglio Regionale del Piemonte e realizzata in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e l’Associazione culturale Kores, allestita a Palazzo Lascaris, sono intervenuti: Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Carlin Petrini presidente Slow Food, Piercarlo Grimaldi Rettore Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Alba Zanini presidente Associazione Culturale Kòres.

L’iniziativa si propone di raccontare un particolare periodo storico, quello del grande sviluppo industriale piemontese, attraverso la narrazione documentata di quel momento della giornata in cui migliaia di operai consumavano il pranzo nel “barachin”: emblema di un periodo storico che la crisi degli anni ’90 e la progressiva chiusura di tanti stabilimenti hanno ormai definitivamente allontanato dalla nostra memoria.

"Questa mostra ridona dignità anche culturale al cibo degli operai - ha detto Carlin Petrini - perchè non esiste soltanto la cucina dei grandi chef. Mi ricordo che a Bra ai tempi d'oro più di duemila 'Barachin' partivano ogni mattina per andare a lavorare". "Dietro al risultato che potete vedere qui oggi - ha sottolineato Piercarlo Grimaldi - c'è un lungo e meticoloso lavoro di ricerca che ha raccordato l'Università con il vissuto delle persone che ci hanno raccontato le loro vite e i loro pranzi in fabbrica". "Qui non parliamo di ristoranti di lusso - ha dichiarato Alba Zanini - ma della tavola degli operai, del lavoro delle persone e degli affetti che il cibo si porta dietro".

Una vecchia bicicletta con i freni a bacchetta e una borsa montata sulla canna accoglie i visitatori davanti alla grande immagine degli operai Fiat in mensa nel 1972. Sotto il titolo “Il pasto senza posto” vediamo operai in mensa, operai con il barachin (contenitore di alluminio per conservare il cibo) preparato da mamme e mogli all’alba, tute blu e sguardi affamati, ma anche operai senza un posto preciso dove mangiare, donne che preparano la minestra nelle cucine della fabbrica e un bambino degli anni ’50 all’ospizio dei poveri che mostra la sua gavetta vuota.

Nella sezione centrale della mostra i volti dei dodici operai che hanno raccontato le loro storie di cibo in fabbrica. Le testimonianze si possono ascoltare attraverso il QRCode accanto alla foto che rimanda al sito “Granai della Memoria”, oppure sul video che completa l’esposizione.

Nelle cinque vetrine trasparenti centrali sono esposti alcuni oggetti tipici del mondo operaio degli anni '50 – '70: il barachin, la gavetta, la pietanziera, il portouovo in alluminio, ma anche la zucca per tenere in fresco il vino, le bottiglietta di vetro, le posate e un tovagliolo.

L'ultima sezione “Il Barachin e la mensa”. si focalizza sulla mensa aziendale. Le fotografie mostrano anche quegli operai che il locale mensa non l’avevano a disposizione e lo rivendicavano con manifestazioni e cartelli di protesta.  Ci sono gli operai dell'ATM in strada, quelli della Fiat in fabbrica, le cucine interne allo stabilimento di Mirafiori, i cortei per ottenere la mensa. I testi accanto alle fotografie illustrano il consumo di vino tra gli operai e le metodologie utilizzate per la ricerca sul campo che ha portato a questa mostra. 

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